Riflessioni di Maura Luperto Presidente COEMM INT’L
LA RISATA CHE CURA
In piedi, ad occhi chiusi, portando lentamente l’attenzione sulle varie zone del corpo, dalle piante dei piedi fino alla testa, lasciando che da qualche parte emerga spontaneamente un punto di prurito.
Quando lo abbiamo individuato immaginiamo di spostarlo lentamente, con il dito indice, su, su, fino alla fronte.
Caliamoci con l’immaginazione nel mondo del cervello. Possiamo raffigurarci, ad esempio, mentre corriamo dietro ai pensieri, mentre cerchiamo di acciuffare un’idea, o mentre scappiamo da un giudizio. Prendiamoci tutto il tempo necessario e, quando il cervello ride, ridiamo insieme a lui.
Poi riportiamo l’attenzione sul corpo e individuiamo di nuovo il punto di prurito. Questa volta spostiamolo sul petto.
Entriamo nella dimensione dei polmoni, della comunicazione, dell’entrare-uscire, dell’interno-esterno, fino a quando riusciamo a ridere insieme a loro.
Riportiamo l’attenzione sul corpo e spostiamo il punto di prurito sul cuore.
Caliamoci nel mondo del cuore, del ritmo e dell’amore. E ridiamo con lui.
Sempre molto lentamente, immergiamoci poi nel mondo del fegato e della rabbia, immaginando che mentre il fegato ride (e noi con lui) i rancori a poco a poco si sgretolino.
Integriamoci quindi,dolcemente nella dimensione renale, dell’acqua, della memoria antica,della commozione. E concediamoci il piacere di sorridere tra le lacrime insieme ai nostri reni.
Poi entriamo nel mondo dell’osso, della rigidità, della norma e della possibilità di trasgressione. Prendiamoci tutto il tempo per rievocare alla mente un episodio in cui abbiamo trasgredito (una bugia, un tradimento, ecc.) e ridiamoci sopra insieme al nostro osso.
Riportiamo per l’ultima volta l’attenzione sul corpo e spostiamo, lentamente, il punto di prurito in basso, all’altezza della pancia.
Scendiamo quindi nel mondo dell’intestino e dei visceri e lasciamoci andare a una risata “grassa” e liberatoria.
Maura Luperto 6 Luglio 2018